giovedì 5 novembre 2009
STATUS SYMBOL
Nuovi status symbol imperano davanti ai nostri occhi.
Oggetti del desiderio bramati come icone dell'affermarsi in questo oceano di manifestazione umana.
Il lusso non più dato dal valore intrinseco dell'oggetto stesso ma da quello che rappresenta: il poter affermare al mondo di poterselo permettere.
Poco importa se ci si fa' un leasing trentennale per comprarlo, l'importante è apparire.
Non dilungandomi inutilmente con la filosofia spiccia di chi dice che è meglio “essere”, voglio solo affermare che si è perso il reale valore delle cose e sopratutto la giusta proporzione.
Basti pensare che esistono in commercio jeans che hanno il prezzo pari a 35 grammi di oro puro!
Ne parlo ovviamente con un po' di rammarico dato che il mio lavoro di designer orafo mi impone una giusta riflessione da esternare.
E al giorno d'oggi, come fa' un bracciale d'oro diventare volgare e uno in acciaio no?
Dal mio punto di vista cambia poco, dato che per me il progetto di un ornamento resta primario e il materiale con cui verrà realizzato secondario, ma è giusto domandarsi dove vanno buttati millenni di storia dove il metallo nobile per eccellenza ha segnato nel bene e nel male le tappe più significative?
L'obiezione nasce spontanea: L'oro è caro (oltremodo mai come ora), ma non è quello il problema vero...il vero motivo è che l'oro non è più uno “status symbol “ punto e basta.
Il calo drastico del quantitativo di grammi lavorati in questo paese a scopo ornamentale non permette a chi lo produce un “ricavo utile umano”, in soldoni: NO BUSINESS, NO LOGO, NO LAVORO, NO FUTURO= perdita di aziende e conseguenti posti di lavoro.
Gli ennesimi in questa valle di lacrime? Si.
In Italia Il settore si ridurrà così tanto che pochi si salveranno, in primis le eccezioni e chi si saprà reinventare e adattare con spirito stoico o chi investirà con coraggio e lungimiranza in tecnologia e risorse umane, oppure si tornerà per forza di cose alle origini artigianali nelle mani capaci del singolo.
Si produrranno pezzi esclusivi, oggetti unici e personalizzati e “confezionati” sulla persona per clienti che vorranno sentirsi unici ed esprimere la propria personalità attraverso il loro gusto e stile.
Piccole imprese e singoli artigiani potrebbero tornare protagonisti, sempre se “alla fine della fiera” ne sarà rimasto qualcuno.
Brutale? Oggi sono nero...ma sempre ottimista.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento